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GOIO |
Il ritmo delle sequenze cromatiche si impone
nella scansione spazio-temporale della superficie, e il segno rimanda a
variazioni narrative di forti suggestioni simboliche, con evidenti
richiami a memorie di paesaggio, che affiorano dal fondo informale della
tela.
Un lirismo pacato ma emozionale, lento ma vibrante, silente ma
capace di narrare di terre lontane, tutto questo si legge nella felice
esplorazione pittorica di Alessandro Goio, un artista che ha saputo
declinare, in una forma del tutto originale, la tradizione ancora viva
della grande pittura astratta del secondo dopoguerra.
In un percorso di
ormai lunga durata, la sua opera ha trovato, grazie alla forte capacità
evocativa, indubbi legami con la misura, l’equilibrio e l’armonia dei
linguaggi orientali, che nel suo lavoro hanno saputo evolvere verso una
visionarietà stratificata di storia, emozione, tradizione.
I luoghi
d’oriente, che animano molte esperienze visive e sensoriali, si ammantano
di antiche filosofie che, riportate all’oggi, ancora parlano di
spiritualità e valori, tradotti nella poliedrica sinfonia cromatica delle
forme appena accennate, essenze immateriali del suo dipingere.
Gabriella Belli
settembre 2012 |
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